Ispirarsi ai grandi esempi, mettendoci del proprio. Con questa vocazione si sta sviluppando in questi anni il lavoro dell’𝗮𝗿𝗲𝗮 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗙𝗮𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶𝗮 𝗖𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼. Pensate al settore giovanile dell’Ajax, riferimento nel panorama europeo e globale. Da sempre i crociati impongono al vivaio di lavorare con il 4-3-3. Sin da piccoli ai ragazzi vengono forniti, con invidiabile minuzia, tutti i meccanismi e le nozioni per interpretare al meglio il proprio ruolo in campo. Arma formidabile, senza dubbio, ma il rischio è poi di dare vita a degli automi, di vedere talenti fenomenali sbocciare in patria e spegnersi non appena tentano esperienze altrove, incapaci di un cambio di ruolo e di contesto.
Con grande carico di modestia, si intende, il Faventia sta però applicando un approccio simile. Simile, non identico. «Il nostro modus operandi è ambizioso – spiega il mister della prima squadra 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗥𝗼𝗱𝗼𝗻𝗱𝗶, contemporaneamente parte del trittico che dirige l’area tecnica biancoblù -. Con un lavoro che certamente parte dalle annate minori fino alla prima squadra, vogliamo dotare i nostri ragazzi di quanti più mezzi possibili per diventare giocatori pensanti e funzionali al tipo di gioco che viene loro richiesto. Indipendentemente dal modulo. L’obiettivo è aiutarli nel far propria la proposta di gioco sposata dalla società. Non sto parlando di schemi – aggiunge -. Noi lasciamo libero spazio agli allenatori di scegliere come schierarsi e giocare, ma a tutte le nostre squadre chiediamo la capacità di gestire la palla senza panico, di affrontare l’1 contro 1».
Strumenti, insomma, utili ai ragazzi «per divertirsi, che è la cosa più importante – continua 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗙𝗿𝗮𝘂, responsabile tecnica analitica -. In altre realtà capita che gli allenatori pensino i giocatori come degli adulti in miniatura. È sbagliato. Piuttosto serve capire su cosa i bambini possono migliorare, a seconda delle fasce d’età. Così è nata l’idea di una sorta di vademecum che abbiamo fornito a tutti i mister, contenente alcune linee guida per impostare le sedute settimanali. Linee guida, nulla di più. Ognuno di loro può integrarle con le proprie conoscenze».
Ma sarebbe inutile tutto ciò se non si accompagnasse, alle capacità tecnico-tattiche, un corretto esercizio sotto l’aspetto fisico. Come spiega il preparatore atletico 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗡𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼̀ 𝗕𝗼𝘀𝗶, infatti, «prepariamo i nostri ragazzi non solo come calciatori, ma come atleti. Pur sempre nell’ambito del gioco, soprattutto con i più piccoli, cerchiamo di sviluppare un bagaglio motorio a 360°, tramite l’apprendimento di più gesti o schemi motori. Questo li aiuterà anche, quando cresceranno, a ridurre gli infortuni, a esprimere più forza e resistenza, a governare la partita».
𝘍𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘓𝘦𝘰𝘯𝘪! 𝘍𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘍𝘢𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪𝘢!
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