C’è partita e partita, così come c’è vittoria e vittoria. Il Faventia ha vinto senza fatica la prima partita di campionato contro la matricola Gubbio, in un match mai stato in discussione.
Una vittoria importante per la squadra di Placuzzi che non ha sbagliato quasi niente in difesa ed ha dimostrato di esaltarsi giocando in contropiede, come testimoniano le numerose occasioni create tra il primo e il secondo tempo, che con un po’ più di precisione avrebbero senza dubbio reso il passivo più pesante per il Gubbio ed il finale forse più dolce per il Faventia.

Forse. Perché in realtà qualcosa su cui lavorare c’è ancora. Sul piano psicologico devono aver fatto bene i gol di Marco Cavina e di Nicolò Garbin, due frecce che finalmente giocano insieme e che nel corso del campionato torneranno molto utili al tecnico manfredo. Ha fatto bene anche il ritorno in campo di Luca Gatti, anima del vecchio Faventia insieme a Matteo Conti, così come, paradossalmente, ha fatto bene ai faentini, vincere una partita senza una colonna portante come Andrea Caria, il quale quando tornerà in campo darà ancora più imprevedibilità al gioco offensivo di Placuzzi.
Hanno fatto bene anche le due vittorie in Coppa Italia e Coppa Divisione, ottenute dal Faventia girando in campo ben 15 giocatori, praticamente tre squadre in una, per un allenatore che fa del collettivo la sua arma principale e che partita dopo partita sta dimostrando di saper gestire al meglio ciascun giocatore.
Al netto di tanti segnali positivi cosa dunque resta ancora da migliorare?
La risposta a tale quesito l’ha direttamente fornita il tecnico del Faventia Davide Placuzzi, il quale al termine della gara si è detto soddisfatto a metà per la prestazione dei suoi ragazzi:
“In queste tre partite ufficiali – ha commentato Placuzzi – ciò che ho visto, soprattutto sul piano difensivo mi fa ben sperare. Siamo compatti ed organizzati come piace a me. Il fatto di concedere poco è molto positivo perché dall’inizio della stagione sto martellando in quella direzione. Però non è abbastanza. In fase offensiva per esempio dobbiamo fare molto di più, inoltre l’ultimo gol concesso proprio non mi va giù. Ci siamo affievoliti quando avevamo 3 gol di vantaggio, abbiamo giocato per fare finire la partita ma questo a lungo andare ci si può ritorcere contro perché col tempo effettivo giocando così è facile che in pochi secondi si possa capitolare”.
Il riferimento è molto chiaro, il rapporto tra occasioni create e gol realizzati è basso per una squadra che tira in porta circa 30 volte a partita (5 gol segnati nelle ultime 2 gare, ndr).

L’ultimo gol subito invece è nato da una colossale distrazione difensiva: Wagner Leite aveva battuto orizzontalmente una rimessa laterale, sulla linea di passaggio c’erano Lucas Braga e Catalano i quali si sono entrambi disimpegnati, Conti non si è mosso dalla linea di porta e Pierotti, incredibilmente solo aveva battuto a rete di prima intenzione tra lo
stupore generale. Per carità, la Vis Gubbio meritava il gol sia per l’orgoglio con cui ha affrontato la partita o perlomeno per riequilibrare il destino sui due legni centrati nel primo e secondo tempo, eppure un gol così forse neanche la squadra umbra si aspettava di segnarlo. Per rimanere in tema: la squadra gioca, le vittorie arrivano, ma il campionato è lungo e prendere sotto gamba certi errori può risultare fatale. La prossima partita in programma sabato a Corinaldo sarà il banco di prova ideale. Il mister ha avvisato.